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zelanda. 21

erano ancora cattolici, e che per conseguenza era seguito a quella provincia lo strano caso di sprofondarsi nelle acque cattolica, e di tornare a galla protestante.

Il bastimento, con mia grande meraviglia, invece di continuare a discendere la Schelda per girare intorno all’isola di Zuid-Beveland, arrivato a un certo punto, entrò nell’isola infilando uno stretto canale, che l’attraversa da un capo all’altro, o meglio la spacca in due, e congiunge così i due bracci del fiume, che formano l’isola stessa.

Era il primo canale olandese per il quale passavo: fu un’impressione nuova. Il canale è fiancheggiato da due alte dighe che nascondono la campagna; il bastimento scorreva così quasi di soppiatto, come se avesse preso quella via traversa per riuscire improvvisamente alle spalle di qualcuno; e come non v’era una barca nel canale nè un’anima viva sulle dighe, la solitudine e il silenzio davano ancor meglio a quella corsa nascosta l’aria d’un tradimento da pirati.

Uscendo dal canale, si entrò nel braccio orientale della Schelda.

Eravamo nel cuore della Zelanda. A destra avevamo l’isola di Tholen, a sinistra l’isola di Noord-Beveland, dietro quella di Zuid-Beveland, dinanzi quella di Schouwen. Fuori che l’isola di Valcheren, si vedevano tutte le principali isole dell’arcipelago misterioso.

Ma in questo consiste il mistero: quelle isole non