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94 ALBERTO PISANI

del Rolla; deriva il suo dolore dal dissidio tra la cruda realtà che ci investe ed i fulgidi ideali che friggono.

Felice Cavallotti, nel presentare le sue Opere, in sul primo volume «Milano, Tipografia Social»*, ik*2> ne traeva un'arguzia: “E, poiché tutte le cose di questo mondo, anco le più eri- inino*e, hanno un esordio (tranne i romanzi di Carlo Dossi che cominciano dal capitolo IV, ina noi si va all'antica) proviamoci a farne uno anche noi *. In sulle appendici del Corriere ilei Larin, incominciando dui 11 aprile 1*71, benedetto (iiussani, amico di Carlo Dos<i, faceva pubblico II Xano del Lario, nel quale imitava l’andatura e lo stile dell*Alberto Pisani. Era la nuova scuola che tentava i primi passi, e, col Razzaro, già si stringeva in breve nucleo intorno al suo giovanissimo maestro. Felice Cameroni ne disegnava i confini: “Intimità di rapporti. comunanza di studii, di abitudini e di gusti, qualche velleità di camaraderie esercitano su queste menti una influenza pericolosa alla imparzialità del giudizio; ma. *e la franchezza dell'età e l'animo leale impediranno loro di divenire una chiesuola letteraria, indubbiamente c*è da sperare qualche cosa da quei giovani <Rassegna bibliografi™ e teatrabile! Sole, Milano, 2S settembre l£7H).