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134 vita di alberto pisani

do scienziato, il che viene a dire quatta uòmini e un caporale, per certa sua particolare sud- divisione nella psicologia, quasiché la torta, con il variare del taglio, cangiasse. Inoltre, egli avea dato fuori un libro, scritto come italiano filòsofo può, cioè in istile-droghiere, nel quale e* volea insegnare scientificamente virtù.... pensate voi ! a forinole ! come se matemàtica !... A buon conto, lui non ne apprese ; seguitò a tenere la moglie sotto chiave e lucchetto, allorché non le stava, tormento infernale, alle coste ; e ad incollare semenza nostrana su Giapponesi cartoni. Pignacca poi, come ognuno della filosofa cricca, avea il suo gergo ; dal che, liti n o ' strappa-capegli con chi, pur dell’islessa opinione, gergoueggiava diverso ; e, come tutti gli altri fùrfuris ejusdem, non educava già a fare, ma a dire, uè tanto a pensare con il capo nostro, quanto con quello di lui. Fortunatamente, nessuno degli scolari porgeva attenzione : era proprio la sua per conservare il cos'ideilo Ubero arbitrio, quel lagrimino cioè, che l’època, il luogo ed il corpo in cui* dobbiamo trarre una vita, /tare ci lascino. Degli scolari, chi leggeva romanzi e chi scolpiva od inchiostrava panelli, chi giocava a tresette, a smercili, ed anche alla mòra.... e si fumava e rideva e baratlàvansi pugni. Due stavano attenti ; èran due margnucconi. Quanlo ad Alberto. uso alla quiete di una piccola scuola, tenea la testa intronala, allocca, da veneziano sbalzato dalla sua moria laguna in una via di Londra. H, pria ch’ei vi facesse l’orecchio, córsero settimane ; potè solo allora capire tra chi si trovava. Li si trovava in mezzo a una turba di gio- valletti con il prurito neiràiiima. Qualcuno avea