Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/182

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la cassierina 151 a fumosa fiammella agli estremi, e un organetto guardato da un cane barbone: volta, quella del cielo. Quanto però a spettatori, allentrare di Alberto non si toccava la mezza dozzina. Senonchè, il panno tira il frustagno. «Va tu.... vengo ancor io» appena Alberto fu entro, ebbcvi ressa alla porta; e nella baracca, folla. E cominciarono «i giuochi» — giuochi infami 1 Imàgina due piccini, di non più di sei anni per uno, pezzati di nudo e con le animuccie lì pelle pelle, ballottati senza misericordia; e imàgima una tosuccia (la cassierina) incesa da bicchieretti di branda, a saltar trafelata, cerchi, corde e sedili, tossendo, e gettando a guisa di gioja i gridi che le strappava il dolore. A un punto, sghiàtole il piede, la cadde contro del muro; nè il muro era, per pasta, di quelli di Gèrico. Alberto non potè più durarla, si alzò, e dilungossi con l’ànimo che gli sapeva di brusco. E, quella notte, nella fantasìa di lui, fu un vai-e-vieni; ora, di vispi e puliti popò dall’odore di cipria, cui, parlando, ognuno addolciva e le parole e la voce, e i quali, se piangevano mai, era per non riuscire a spezzare tutti i loro be’-belli; ora, invece, di avvizziti puttini — meglio, di pìccoli vecchi — a strappi, lavati dalle loro làgrime solo, mai da nessuno baciati, mai sorrisi, qui a grignotare secchetti di pane dinanzi alle goiose mostre di una rosticcerìa, là rannicchiati entro un pagliajo, bubbolando pel freddo, in compagnia di qualche cane perduto o abbandonato confessi. Il domani, Alberto, si destò di buon’ora. Bisogno, più che non voglia, stringevalo a ritornare sul luogo del crudele spettàcolo. E, come vi fu, trovò la baracca, spiantata; sen caricava un carretto. Sopra del quale, uno de’ saltatori (quel dal mostaccio di spazzacamino) in maglie ma con la giacchetta a ridosso, dava di piglio ad un palo pòrtogli dal Meneghino. E questi era giù, la camicia slacciata (il che scopriva degli «agnus»), col muso ancor mezzo dipinto e mezzo verd’aglio. Lì accosto, i due pòveri bimbi sotto di un asse, uno per capo, aspettando; in fondo, il donnone, floscio carname, in ginocchio, che legava un fardello.