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vita di alberto pisani |
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della zucca compressa da un pa miceli ino, con
gli aneletti d’oro alle orecchie, e un abitacelo
calle ; di (pie’ soldati entusiasti del
“ petit chapeau
Aree redingote grise K ;
dal piglio di polYardìa, sbajalì’oni, giuroni. ma
che si menano attorno con un pezzetto di zùcchero. Cliiamàvasi il caporale Montagna ; ei \i
diceva il suo nome ; poi, v*infilava la storia di
un certo ponte e di due certi Croati.
La (piale storia narrava giusto ogni sera nella
portinarìa, (piando veniva a pizzicarvi un sunne Ito, in sui ginocchi il marito : o a fare il
terzo nv\Yentro.
E, a volte, in quest'ùltimo caso, deponeva d
ventaglio di carte contro la tàvola. Allora, il
giuoco ristava. Montagna alzava la testa, piegandola alquanto all indietro, le vene del fronte
ingrossale, le narici gonfie, semi-aperta la
bocca....
K le due vecchie lo fisavano immote.
— Aciumm! — faceva egli poi. sentendosi
tutto.
— Salute ! — augurava, o la magra o il grassone.
— Oro.... — diceva sùbito l’altra nel porre
giù la sua carta. K così il giuoco seguiva paci fica meni e.
Venne Paolino e li turbò.
Ohe, Paolino, s’era messo a sedere viso a
viso col caporale, il (piale, già per due volle,
avea soddisfatto al suo naso. Ma, come e’ s*al-
teggia alla terza, quel dispettoso, picchia di
contrattempo le palme ed esclama :
— Felicità ! —
Rèquiem per lo starnuto ! Le poriinaje si
vòlsero a Paolino con uno sguardo di theotù-