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230 vita di alberto pisani

poldo Angiolieri, che in una bicchierata a New-Orleans avea sciamato «amore, è, nel tran tran della vita, un termin decente per esprimere.... altro». Fatto è, che sino a cpiell’ora, cioè ai ventisette e passa, niuno uncino amoroso avea pigliato Leopoldo; e chi ha verace giudizio sa, come ciascuno di noi, tutto misuri con la spanna sua propria. In verità, era d’uopo che per cangiare d’idee, egli cangiasse di mondo, tornasse giusto in paese. Imaginate! nel bel primo dì. Venuto per la sorella.... Ma qui la parola «sorella» lo deviò in altri pensieri, pensieri indiigesti. Allorché egli partiva per l’oltremare (nè lunga avea a riuscire l’assenza) Ines, sejenne, era stata messa in collegio; ora, dopo quattordici anni, Leopoldo rimpatriava a farle da babbo lui. E, questo, egli avrebbe e di cuore e con gioja pria che la «sua» sconosciuta apparisse; ma ora, no; ora, una sorella non gli accomodava un bel nulla, qualùnque si fosse. Che, se sveglia d'ingegno, quale tormento! se stupidetta, che noja!... Ed era? Leopoldo pendea al secondo partito; il ritrattino difatti, che, dodicenne, essa gli avea mandato, mostrava una faccia grassa, indormentata. Xon rifletteva però il giovanotto, che chi dormiva era amore, e che chi dorme si sveglia. Pur, sia come si sia! a che ci hanno le doti ? a che gli spiantati ? Così, cacciato con un sospiro di gusto quel tàfano della sorella, Leopoldo intese la imaginazione tutt i alla vaghissima incògnita. E ricompose gli occhioni di lei, neri; e il fiume de’ suoi neri capelli, e il viso « color di amore e pietà » di un sùbito pinto a vergogna, com’ella si accorse di lui, e sparve.... Vòlta e rivòlta, sentì sonare le quattro. II. E, nella mattina, venne a trovarlo il signor Ca- moletti, procurator suo in patria. Era egli una miseria di uomo, dal viso color formaggio-di Olanda, con due occhiucci nerissimi, da faìna; neri, i capelli ti.-