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vita di alberto pisani |
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tava sul letto, sospirava d’angoscia, e mirava con il
desìo negli occhi le sue pistole. Oh, a non toccarle,
ci volca bene coraggio!
Ma e fuggire da lei?
Pazzìe! ei si sentiva legato con doppia catena. Avesse amato soltanto, non era impossìbile.... forse: ma,
nell’amare, egli odiava; ed una goccia di odio fà un
sentimento eterno.
Per quante fitte crudeli, per quante torture ciò
gli costasse, egli or più non poteva fare di meno
di que’ terrìbili istanti,, nei quali era presso a c.)-
lei», anzi, crale al fianco; quando, in uni sentiva e
le vampe amorose e i brividi dell'orrore ed i sobbal/i
della disperazione; tutto, sotto una màschera calma,
solo tradendo la irrompente passione al spesseggiare
convulso del nome, il più sereno, il più dolce < sorella ».
E, a volle, Ines fisàvalo con gli occhi gonfi, inghirlandati di duolo....
Pòvera tosa! Non avea fatt’altro se non cangiar
di prigione; e in peggio. Che, almeno in collegio,
allegre voci di amiche mischiàvansi a quella della
campana imperante; quà, rinchiusa come dalla pioggia autunnale, splendendole il sole all'intorno, senza
compagne ma serve, niuno veggendo aH’infuori del fratei suo e di un dottore vecchio, sentìvasi orribilmente
sola, spopolata pur di pensieri, perchè «temeva» a
pensare; in collegio attraverso le spìe delle persiane,
scorgeva una fine, un cangiamento; quà, con un largo orizzonte, nulla. Or, che cosa, Dio mio! più paurosa dell’infinito?
E la salute si dilungava da lei; sì che Leopold ),
agitato, chiese al dottore, una sera:
— Che dice di mia sorella?
— Dico — rispose il dottore — che sua sorella
ha un di que’ mali che i mèdici non guariscono.... i
mèdici vecchi almeno, come, pur troppo, io. Donna
Ines ha il male di amore.
— Ah ? innamorata ? di chi ? — sciamò Leopoldo
adombrando; e, senza stare per la risposta, corse alle
sue càmere. *
E pòsesi a passeggiarle in lungo ed in largo. Una