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Viaggio di nozze 323

— Tacli.... tach — alla porta. Camillo si desta. Dormiva con le orecchie in ascolto. Si stira, èrgesi a mezzo su gli origlieri e, con un nervoso sbadiglio: — Oliò ! — dice. Le selle, signore — fa un guìdam di là dell'imposta. Bene — risponde il cavaliere. E si leva del tulio sopra i guanciali, fregasi gli occhi, si guarda al torno. La luce che piove nella càmera è smorta. Ella disegna al fianco di lui la cara sua sposa, sciolti i capelli, semiaperte le labbra, coi nastri della camicia slacciali, con un braccio fuor delle coltri, nudo per la mànica breve, orlala di trine, pienotto, rotondo, dalla birichina fosserei la al gómito — la sua sposuccia che succiasi tranquillamente il sonnellino dell’oro. \1 gióvane sembra peccalo svegliarla. Infatti, è. Prendendo consiglio dall’orologio, com’esso scorge che all’ora annunciata màncano ancora cinque mimili, glieli regala. E segue il lentissimo ago fino a.... E quasi contemporaneamente, Ila lungi, un campammo rantola le sette. — È tempo — pensa allora con un sospiro Camillo. — Se taccio, me ne vorrebbe. — Sbassando dunque il suo viso verso quello di Claudia, le solila leggier leggiero sul fronte. Ma ciò serve poco. Manco di una mosca. Dà una momentanea crespa.... nient’altro. Ebbene to’ una diversa sveglia — un bacio. I n bacio schietto, sonoro, che si regala Cannilo. Poi si slontana. E questa volta ella si desta. Gira i suoi amorosi occhioni, e....