Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/380

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Una visita al Papa 347 venire corre mio al riscallo dei formosissimi Iddìi valicani, prigioni delle negre sollanc, finendola una buona voli a con quella minùscola China, con quel pìccol rifugio dell’ignoranza e della immobilità, ammorbalore d’Europa. Ma qui, un gran movi ine 11 lo per lulla la sala. Da. una lontanissima porla, in fondo all’anli- camcrone de* Svìzzeri, appariva un barbaglio di vesli d’ogni colore, e Ira esso, un coso bianco, lina specie di sacco. Il chierichetto, vicino mio, divenne rosso di fuoco. I due generali da burattini, si accomoda rono le pi stagne e si fòccr panciuti ancor più ; fralumc e prelame si mise a sbollirsi di lasca un nùvolo di agnusdòi, corone, crocifissi, santini, e pezze c pezzuole ; tre o quattro, giù, si bullàron per terra come inajali. (lapii, che quel bianco chc si avanzava, do- vèa èsser qualcosa peggiore di un sacco. Era, infatti, Sua Santità, il servo dei servi, primo fra gli inciampi al progresso, màssimo fra i nemici d’Italia. Giudizi della giornata. E l'oste tornò con la bottiglia del grand vin blanc, ne empì due bicchieri, servì Antonio e servì me. I quali due, perchè è necessario che abbiate soli’occhio la situazione, eravamo seduti di faccia. Antonio su’na panchetta di pietra di fianco alla porla dell’osterìa ; io, di là del sentiero, su’n ceppo di quercia. L’oste rientra. Attenti ! Il caso interessa. No, non Io dico di cerio, Antonio forse si succiava le labbra ; tuttavìa, secondo a ine par¬