Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/95

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H4 ^altrieri — Eccola ! — là Maso Ciancili saltando ad una lunga scopa da di ragliare ed agitandola in alto. E la poveretta, sloggiata dal suo rifugio, và, smarrita, a starnazzare nell’ àngolo che l’uscio della porta, di Ghioldi — mezzo aperto — forma con la parete.... Un craac, quasi in quella : Daniele Izar si era poggiato all imposta, di peso, calcandola contro al muro; Daniele ghignava a tirar schiatti c* piedate. O pagòde malvagio ! Io non so, invero, che gli sarebbe allora toccato se lo stupore non ci avesse tenuto le mani e se il maestro di terza, lui stesso, non sopragiungeva — il maestro di terza con un candeliere in mano, sulla soglia, cercando come qual cosa e interrogandoci, inquieto, coll'occhio.... Ma noi stavamo zitti, paurosamente zitti. Fu una risposta? — Certo. Egli si fece aggrondalo e, intorno, lento, con insistenza, (piasi volesse scolpirci fuori il segreto, girò lo sguardo.... E questo fermossi sul canzonatorio sembiante d’Izar. (ihioldi ne ebbe un sobbalzo; depose il candeliere ; avanzò la mano verso il braccio di Daniele e, risolutamente dicendo: di grazia, signore — mulogli, con una giravolta, poslo. E l’uscio allora, sgravato, si slontanò dal muro da se, si slontanò sospirando.... Taccio quello che scorse Ghioldi: quello che noi ve- demmo, fu lo stranissimo cambiamento nella figura di lui.... Rosso come una fràgola, gli luccichiàvano gli occhi a guisa di talco, il corpo gli si era drizzato ; pareva, tutto insieme, quasi un bell' uomo. Con una furia che ci fé* impallidire e mise in volta il pìccolo Ciccio Cardella, egli andò col pugno strétto sopra il cattivo riccaccio e.... Toccollo ? — Non credo. Izar, vista la in da parata, lasciàvasi cader come un gnocco : Gliiol-