Pagina:Opere (Dossi) IV.djvu/62

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quasi consumato dalla sua fiàccola; ha nella sinistra un globo; ai polsi i ceppi spezzati; sulla fronte la stella intorno, l'alloro; e sul cucùzzolo un'àquila.... Sotto, la Sfinge, che rappresenta la scienza polìtica.

Quanta roba!

La colonna è pure la forma preferita dal n. 7, che ha per motto del suo lavoro queste vispe strofette:

Fisò in seno all'avvenire
I suòi sguardi rilucenti,
Pesò il carco degli eventi,
Corse, infranse e trionfò;

E l'Italia in suo desire
Nella pompa riaquistata,
Ossequente, lieta e grata
Il suo serto a Lui donò.

Il n. 7 ci disegna dunque una colonna, che quì appresso riproduciamo. Secondo il concetto dell'autore, rappresenta l'unità della patria[10]. Gli stemmi di tutte le città italiane ne rivèstono il càndido fusto dorati e colorati e sono incatenati ciascuno con tre anelli (Concordia, Amore e Prudenza). Lo zòccolo è di marmo rosso, come la balaustrata; il capitello è verde. Su i quattro gradini del piedistallo, sei leoni di marmo giallo da 1400 libre l'uno, non un'oncia di più nè di meno.

La macchinosa colonna è poi circondata da altre quattro minori, dedicate ai quattro genii degli ex regni d'Italia. Nella decorazione predòminano amorini, urne del plebiscito ed orologi. Questi ùltimi ìndicano l'ora del trionfo in ciascuna città che formava la capitale di ogni ex Stato.

[Illustrazione: Fisò in