Pagina:Opere complete di Galileo Galilei XV.djvu/26

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8 avvertimento.

strare, quando i Diarj dell’Accademia non sono stati manchevoli, i nomi di coloro che hanno composto il seggio ec.,» e per ciò stesso forse non ci sa dire quando Galileo, che pur fu socio dell’Accademia, vi fosse ascritto; e il trovarlo nominato nel seguito delle Notizie del Rilli setto l’anno 1599 prova solo che Galileo era già membro dell’Accademia in quell’anno, ma non esclude che lo fosse anche prima1.

In secondo luogo, è a ritenersi per poco verosimile che fosse chiamato un estraneo a difendere, come dice il signor Gigli, l’onore dell’Accademia2; e più inverosimile ancora si è che fosse estraneo a quel consesso un Galileo, il quale, intorno all’epoca cui il fatto si riferisce, veniva nominato lettore delle matematiche in Pisa, malgrado la sua giovine età di soli venticinque anni, per lo straordinario suo ingegno fin d’allora riconosciuto ed attestato dai più valenti matematici del suo tempo3.


  1. E qui vuol essere redarguito il Nelli per la sua malevola affermazione (luogo citato) che gl’incuranti socj dell’Accademia ascrivessero Galileo solo in età avanzata; lo che non poteva mai dire in buona fede, non foss’altro per la testimonianza, ch’egli stesso riferisce, del Valori.
  2. «Baccio Valori, che fu de’ più teneri della memoria di Dante, e teneva in gran conto l’onore dell’Accademia stessa, pensò di darla a difendere a persona di tale riputazione, al cui giudizio ciascuno dovesse sottomettersi (pag. xiii)».
  3. Per questo, e non per le due Lezioni lette all’Accademia, come stranamente inferisce il signor Gigli, fu Galileo nominato professore in quella Università. E qui solo ad oggetto di meglio rischiarare la presente materia, e toglier luogo ad altre dubitazioni, siami permesso di rettificare un altro luogo del signor Gigli, là dove a pag. x egli dice: «Voi saprete che il Mazzoni fu il maestro più caro che avesse il Galileo, quello che gli espose le dottrine de’ Pitagorici, che lo mise sulla via del vero: l’amicizia ch’esso Mazzoni aveva col Valori e l’affetto per il suo discepolo, permettetemi che mi rendano credibile ch’egli l’offrisse al Valori come difensore del Manetti e dell’Accademia contro il Vellutello». Ora in questo discorso è un supposto che non regge, che cioè il Mazzoni fosse stato maestro di Galileo. Questo illustre Cesenate fu chiamato lettore di filosofia a Pisa solamente nel 1588, ed ivi si trovò l’anno appresso non maestro ma collega di Galileo, e nuovo come era delta Toscana non è gran fatto verosimile ch’egli fosse presentatore di Galileo a’ suoi concittadini. Il Sig. Gigli si è forse at-