Pagina:Opere di Giovanni Berchet pubblicate da Francesco Cusani, Milano, Pirotta, 1863.djvu/55

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     90E i mille surti allor che il tuo splendore
     Era pur nel meriggio? — Iti son tutti
     A salutare la nascente aurora.
     Bella ride l’aurora, e lieve lieve
     Zefiro spira, intanto che l’azzurro
     95Regno solcando maestosamente
     Splendida corre la dorata nave1.
     Gioventù su la prora, ed a governo
     Siede il Piacer, cui nulla cal del turbo
     Che tutto strugge, e in minacciosa calma
     100Muto la preda della sera aspetta.
     Su! fate colmo lo spumante nappo.
     Ricca mensa s’appresti. Abbenchè spoglio
     D’una corona, del convito a parte
     Esser può nondimeno. Alla regale
     105Sedia vicine, in bieco atto maligno
     Sorridendo funeste il lor schernito
     Convitato rimiran la proterva
     Sete e la Fame. Di battaglia il suono
     Stridere udiste, e lancia contro lancia,
     110Destrier contra destrieri? Anni di lunga
     Strage affrettando il destinato corso
     Vanno e per mezo alle serrate squadre
     La via mietendo. O voi di Giulio torri2,
     Infamia eterna in Londra, da cotante

  1. Allegoria bellissima del regno di Riccardo II, successore ad Odoardo: vizioso e spensierato, fu detronizzato dal duca di Lancaster, avendo in carcere sottoscritto forzatamente una rinunzia alla corona. Da ciò incominciarono le famose contese tra le case d’York e di Lancaster, che per tanti anni innondarono di sangue l’Inghilterra.
  2. La Torre di Londra, la cui parte più antica è volgarmente creduta opera di Giulio Cesare; molti furono i personaggi segretamente assassinati in quella prigione.