Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/25

Da Wikisource.

intorno la vita e le opere di luciano. 17

La moderna Europa ha qualche città più popolosa di Roma, molte più ricche, e quasi tutte piene di tanti agi e comodità che agli antichi parrebbero lusso insopportabile e mollezza; ma nessuna è corrotta quanto Roma, e quanto Antiochia ancora ed Alessandria; in nessuna si vede il vizio sì oscenamente sfacciato, e personificato in un imperatore come Caio o Nerone, o Commodo, o Eliogabalo. La cagione di questa differenza sta dentro, ed è l’idea che regge la vita moderna tanto diversa dall’idea che reggeva la vita antica.

XI. La corruzione dei costumi nei Greci e nei Romani aveva una fonte comune, la religione del politeismo. Il piacere è una gran verità della vita, e però la fantasia degli antichi ne fece un iddio, e la ragione lo pose a fondamento d’una filosofia: ma esso non è tutta la verità, e però nella religione, nella filosofia e quindi nel costume fu principio di molti errori, e di vizi, e di mali. Essendo indiato il piacere, fu cosa santa goderlo in ogni modo, e ciascun popolo ne godè secondo sua indole, gli Asiani con rilassatezza, i Greci con saccenteria, i Romani con violenza. Credevasi da tutti di fare cosa grata ad un dio cercare e godere ogni specie di diletto, sprofondarsi nelle lascivie, le donne prostituirsi, gli uomini infemminire. Invano la ragione si opponeva alle conseguenze nefande d’un errore che nasceva da un principio religioso; erano savi solamente quei pochissimi che non ne abusavano, ma l’abuso non era vietato da alcuna legge, anzi vi furono filosofi che posero il sommo bene nel piacere che muove il senso, ed altri che lodarono l’amor dei garzoni, e lo proposero come premio ai valorosi. Nondimeno i primi abitatori della boscosa Italia e dell’alpestre paese dell’Eliade sentivano più forte altre passioni che la voluttà. Saturno e Mavorte, l’agricoltura e la guerra sono antichi dei di