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134 | Le Odi di Orazio |
Va’, garzon, roca balsami e ghirlande
E del marso duel memore un orcio,
Se sfuggir potè a Spartaco ladrone
20Anfora alcuna.
Di’ che s’affretti la Neera arguta,
In un sol nodo il mirreo crine avvolto;
Ma se t’indugia il portinaro inviso,
24Quinci ritorna.
Crin che biancheggi acqueta alme bramose
Di risse audaci e di litigj: questo
Non io patía ne’ caldi anni, quand’era
28Console Planco.
XV.
Moglie del povero Ibico,
Metti alfin termine alle malizie
E all’opre tue d’obbrobrio;
4Cessa, alla debita morte già prossima,