Pagina:Opere di Mario Rapisardi 5.djvu/213

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Idillio 213

Così, di forma in forma infatigato
     Peregrinando, all’uman grado ascesi,
     Non ultimo per fermo; e guida e legge
     M’era un cieco voler, che per gl’immani
     45Spazj diversamente il tutto incalza:
     Voler cieco da pria, che a mano a mano
     Si disvela a sè stesso, e ne’ profondi
     Organi si raccoglie e si ripete,
     Quale in mar fortunoso occhio di stella
     50Or sì or no dove si spiana il flutto.
     Indi gli antri, indi i laghi ebber le tracce
     De’ miei dolori e dell’industrie mie;
     Indi al fragore di selvagge caccie,
     Onde già primamente inorridîro
     55Di vivo sangue le foreste (ed ahi,
     Sangue solo di belve esso non era!)
     Il martellar metallico successe
     Per le montagne investigate e il lampo
     Delle falci tra’ solchi al sole aperti
     60E il baccar ebbro tra ’l fervido mosto,
     Dator d’oblio caro ai mortali. Un suono
     D’ingegnose fatiche e d’innocenti
     Sollazzi, indicio di men fiero stato,
     Corse pe’ campi arati, e nel gran core
     65Della Terra una gioja alta sorrise.
     Per murate castella e popolose