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88 Le Odi di Orazio


Prometeo anch’esso e il padre a Pelope
    Lor pena al canto soave ingannano,
        Nè cura Orione agitare
        40I leoni e le timide linci.


XIV.


Ahi, ahi fugaci, Postumo, Postumo,
    Scorrono gli anni; nè pietà indugio
        A rughe, a vecchiezza incalzante
        4Ed a morte indomabile reca!

Non, se trecento tauri sagrifichi
    Ogni dì, amico, l’inesorabile
        Pluton placherai, che il tricorpe
        8Gerione e che Tizio comprime

Nell’onda tetra, cui certo devesi
    Da quanti i doni terrestri cibano
        Navigare ugualmente, o regi
        12Siamo o ver bisognosi coloni.