Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli II.djvu/298

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E questo è il primo esercizio a che si debbe assuefare uno esercito, cioè a mettersi prestamente insieme; e per fare questo conviene ogni giorno, e in uno giorno più volte, ordinarlo e disordinarlo.

Luigi. Che segno vorresti voi che avessono le bandiere di tutto l’esercito, oltre al numero?

Fabrizio. Quella del capitano generale avesse il segno del principe dell’esercito, l’altre tutte potrebbero avere il medesimo segno e variare con i campi, o variare con i segni, come paresse meglio al signore dell’esercito; perchè questo importa poco, pure che ne nasca l’effetto ch’elle si conoscano l’una dall’altra. Ma passiamo all’altro esercizio in che si debba esercitare uno esercito, il quale è farlo muovere e con il passo conveniente andare, e vedere che, andando, mantenga gli ordini. Il terzo esercizio è ch’egli impari a maneggiarsi in quel modo che si ha dipoi a maneggiare nella giornata; far trarre l’artiglierie e ritirarle; fare uscire fuora i Veliti estraordinari; e dopo uno sembiante di assalto, ritirargli; fare che le prime battaglie, come s’elle fussono spinte, si ritirino nella radità delle seconde, e dipoi tutte nelle terze, e di quivi ciascuna ritorni al suo luogo; e in modo assuefargli in questo esercizio, che a ciascuno ogni cosa fosse nota e familiare; il che con la pratica e con la familiarità si conduce prestissimamente. Il quarto esercizio è ch’egli imparino a conoscere, per virtù del suono e delle bandiere, il comandamento del loro capitano; perchè quello che sarà loro pronunziato in voce, essi senza altro comandamento lo intenderanno. E, perchè l’importanza di questo comandamento dee nascere dal suono, io vi dirò quali suoni usavano gli antichi. Da’ Lacedemonj, secondo che afferma Tucidide, ne’ loro eserciti erano usati zufoli; perchè giudicavano che questa armonia fusse più atta a fare procedere il loro esercito con gravità e non con furia. Da questa medesima ragione mossi