Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/270

Da Wikisource.
234

dai Costantinopolitani eretta a quella Imperatrice, si spiega in più risoluta maniera. Ecco le sue parole. È dessa invero (quella statua) l’immagine di una eccellente figura, ma è lontanissima dal riferire la bellezza dell’Augusta, perciocchè artifizio umano non può gli avvenenti tratti di lei nè dichiarare con parole, nè in simulacro esprimere. Leggonsi nell’Antologia greca due epigrammi di Paolo Silenziario, illustre poeta vivente sotto il regno di Giustiniano, che parlano della bellezza di una Teodora, la quale comunemente si crede essere stata la moglie di questo Imperadore. Se può starsi al ritratto, che anche oggidì si vede in s. Vitale di Ravenna, calcolata la difficoltà dell’arte in quei tempi, è facile presumere, che e Procopio, e quanti parlarono di quella donna non esagerassero punto.

2.° Che Giustiniano e Teodora governassero in comune, egli medesimo lo ha attestato nella Novella ottava, dicendo: Tutte queste cose meditando, e sulle medesime ancora prendendo a parte della risoluzione quella che da Dio ci è stata conceduta piissima consorte. Perciò ebbe ragione Zonara di dire, che niente meno dell’Imperadore poteva la moglie, se per avventura non poteva di più. Quindi venne che coloro, i quali assumevano il governo delle provincie, o i magistrati, giuravano pubblicamente nelle mani dell’uno e dell’altra; all’uno e all’altra si dichiaravano debitori della ottenuta dignità; e d’entrambi si chiamavano servitori. Quando Belisario ne’ due suoi trionfi condusse a Costantinopoli il re de’ Vandali, Gelimero, e Vitige, re de’ Goti, li presentò solennemente a Giustiniano e a Teodora, sedenti sul medesimo trono. Procopio fa menzione nel libro 1 degli Edifizii del quadro in mosaico che di quel fatto Giustiniano fece fare. Nel quadro di mezzo, dic’egli, stanno l’Imperadore e Teodora Augusta in atto di tripudio e di esultanza pe’ vinti re de’ Vandali e de’ Goti, che prigionieri vengono trionfalmente presentati ad essi. Così i nomi di entrambi erano sempre uniti nelle pubbliche iscrizioni. Cedreno riporta quella che fu posta al famoso tempio di s. Sofia; e l’Alemanno ne ha pubblicata una trovata ne’ MSS. Vaticani, la