Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/273

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dicò meglio essere con pochi doni eccitare tra loro i capi dei Barbari, che assai più denaro spendere in un esercito impiegato contro di loro, e avere il pensiero di una guerra viva. Intendeva di fare con ciò, che eglino stessi di propria mano si distruggessero. Fece dunque così cogli Unni che abitano sull’altra sponda dell’Istro. Imperciocchè scrisse ad uno dei loro capi: Mandai doni a quello de’ vostri che ha altissima fama; e come tu sei quello che io reputo superiore a tutti, a te li destinai spezialmente. Ora che intendo che un altro per violenza se li appropriò, dicendosi il maggiore di tutti, sarà tua cura il dimostrare quanto sii dappiù di tutti gli altri. Ripigliati dunque ciò che ti è stato tolto; e di colui prenditi la vendetta che ti conviene: che se nol fai, sarà chiaro presso tutti ch’egli vale più di te. E sappi intanto, che in tal caso noi saremmo a lui favorevoli; e tu sarai inoltre privato di ogni altro nostro dono. L’Unno udito questo si mise tosto in guerra co’ suoi connazionali; e per tale maniera quella stirpe a forza di lunghe ed intestine guerre rimase distrutta. Ciò che fece cogli Unni, lo fece pure coi capi di altri Barbari. Il che, se fosse politica generosa, od inumana viltà, altri il diranno. Procopio ha esposto francamente l’opinione sua; nè alcun uomo dabbene dissentirà per certo da lui. Fa poi meraviglia, che nei libri stessi di Storia, che presentò da leggere a Giustiniano non dissimulasse questa stolta sua munificenza coi Barbari. Nel lib. 8 dice: Gli Unni dall’Imperadore ricevono ogni anno amplissimi doni, quantunque venuti al di qua dell’Istro continuamente scorrano sulle sue provincie, sempre alleati, e sempre nemici de’ Romani. Così in tutto il tempo del regnar tuo fu solito fare Giustiniano; e singolarmente poi quando cominciò a diventar vecchio. Agazia ne fa speziale menzione. Nell’ultimo periodo della sua vita, dic’egli, Giustiniano apertamente mostrò abborrimento ad ogni pensiero che lo affaticasse, preferendo più volentieri l’attizzare da una parte tra loro i nemici, e dall’altra il respingerli a forza di denaro, che fidare nella potenza dell’Imperio, ed esporsi a qualunque cimento: Con-