Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/225

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LIBRO SECONDO 203

ni di quella mandata; Belisario poi marciava rapidamente per impedire a Cosroe il metter piede sulle romane terre.


CAPO XV.

Reali distintivi conferiti ab antico al monarca de’ Lazj dal romano imperatore. — Cattivi trattamenti fatti a questo popolo da Pietro e Giovanni comandanti delle imperiali truppe. — Suoi ambasciadori alla presenza di Cosroe per domandarne il patrocinio. — Loro preghiera esaudita.

I. Cosroe sollecitato dai Lazj1, e vo a dirne il perchè, moveva colle truppe verso la Colchide. Questi antichi abitatori di lei obbedivano ai Romani senza però esserne tributarj o altrimenti gravati; se non che venendo il capo loro a morte l’imperatore conferiva i distintivi reali2 al nuovo monarca, il quale obbligavasi di cu-

  1. Popoli all’oriente estiva del Ponto Eussino, ed aventi a Mezzogiorno il Fasi e la Colchide, regione presso del monte Caucaso. «Questa è gente, dice Agazia, fiera ed orgogliosa di sua grande potenza, del numero dei proprj sudditi, e della gloria derivatale dal Nome degli antichi Colchi. Nè di vero mi ricorda tra tutti i popoli non sovrani ma ligj altrui, che siavene alcuno da paragonarle in potenza, in considerazione, in copia d’uomini, in ricchezze, negli agj del suolo, nei mezzi onde a facilmente procacciarsi le necessarie vittuaglie, nell’equità delle leggi in fine, e nelle gentili maniere» (lib. iii, cap. 3).
  2. Tali distintivi erano secondo |Procopio (lib. iii, degli Edif.) «una clamide di lana, non già di pecora, ma tratta dal mare, perchè tolta da crostacei, volgarmente detti pinne, sulli quali nasce. Questa veste purpurea aveva ricamata in oro la parte