Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/227

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LIBRO SECONDO 205

tadetta a riva del fiume Nimfio e suddita al reame di Persia1. Egli, ancor fanciullo, era prigionere dei Romani allorchè Giustino, debellata Amida, volse le armi sopra le terre di que’ barbari. Ebbe però la buona sorte di ricevere presso il suo padrone sì bella educazione da poter essere prescelto all’ufficio di segretario dello stesso imperatore, il quale salito in trono colla morte di Anastasio elevollo al grado di prefetto de’ Lazj, contaminato poscia dalla sua incontentabile avarizia di enormi crudeltà. In processo di tempo Giustiniano mandò loro altri capi, e tra essi un tal Giovanni soprannomato Zibo 2, oscurissimo per ischiatta e venuto in carica pel solo perspicace oltra ogni dire suo ingegno nell’inventare mai sempre nuove sorgenti di tributi. Su lui perciò cade principalmente la colpa di aver rovinato gli affari de’ Romani co’ Lazj, inducendo l’imperatore a fabbricare nella costoro terra una città, chiamata Pietra3, dove poscia andò egli stesso

    pretoriani, ed ornato per ben due volte delle magistrature ragguardevolissime di prefetto del pretorio e di conte delle largizioni, come portano varj titoli di Novelle.

  1. Castello, presso d’Anville, il quale comunicava il suo nome alla regione, ora è detto Erzen. Ab antico l’Arzanene appellavasi Tospite in grazia della città di Tospia.
  2. O Gibbo. Nel lib. i, cap. 11, della Storia Segreta, e più ancora nelle note appostevi dal ch. traduttore, v’ha quanto basta per comprovare pienamente la malvagità di costui.
  3. Così il Nostro nel lib. iii degli Edifizj: «Nella Lazica egli (Giustiniano) avea fabbricato Pietra, città degna di essere veduta, la quale per somma imprudenza dei Lazj consegnata ai Persiani, capitato colà Cosroe con grande esercito, i Romani