Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/32

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12 GUERRE PERSIANE

avendovi tuttavia notizia certa della costui partenza, e molto meno sapevasi che di già inoltrasse per l’eutalitico suolo.

II. Dopo di che aocchiata una campagna per dove era mestieri procedesse il Persiano venendo a combatterli, fecela munire all’intorno con profondissimo e largo fosso, lasciandovi soltanto nel mezzo un passaggio atto ad accogliere dieci cavalli di fronte, e quindi al vano furono sovrapposte canne, ed alle canne terra. Ammonì eziandio i suoi cavalieri destinati a battere la campagna di strignere giunti a quel sentiero lor file, e di valicarlo a tutto bell’agio, cauti e guardinghi dal cadere eglino stessi nelle insidie. Sospeso inoltre alla cima del suo padiglione il suggello apposto da Perozo al giuramento, stettesi colà tranquillo finattantochè il seppe entro le proprie trincee. Arrivati però gli esploratori coll’avviso che il nemico era vicinissimo a Gorgo, ultima città sulle persiane frontiere, e per mettere piede sull’unnico suolo, e’ mosse colla parte maggiore dell’esercito, ed attelatolo di contro allo scavamento mandò piccola mano d’armati a spiarne la venuta, con ordine di arretrarsi non appena vedutolo, e di attendere alla piena osservanza de’ comandi avuti; questi partirono e terminato nel miglior modo l’uffizio loro si ricondussero alle insegne.

III. I Persiani all’opposto ben lunge dal paventare aguati correndo a spron battuto sopra il mentito sentiero tutti nabissarono, nè solo i primi ad incontranlo, ma eziandio quanti venivan loro dappresso. Imperciocchè occupati del perseguitare con ardor sommo i fuggenti, e