Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/75

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LIBRO PRIMO 55

l’antedetta città marittima a sinistra di coloro che navigano sul Ponto Eussino, ed alla distanza di venti giornate di cammino da Chersone, ultima città dell’imperio, e tra questi limiti estendesi dappertutto il reame degli Unni. Tale regione apparteneva altre volte agli abitatori di Bosporo, ed eranne sovrani, ma coll’andare del tempo e’ cedettero ogni loro dominio all’imperatore Giustino. Tornato Probo senza profitto alcuno dalla sua missione si fa marciar Pietro con qualche numero di truppe nella Lazica, il cui re del suo meglio dava aiuto a Girgene.

IV. Cavado similmente allestì in pari tempo un forte esercito contro di questo principe, fidandone il comando al persiano Boez, elevato con molta riputazione alla magistratura di varizo. L’Ibero allora, vedendosi debolmente protetto e non forte sì da attendere l’arrivo del nemico, riparò in quel de’ Lazj, menando seco tutto il fior di sua gente, gli affini, la regina moglie e la prole, di cui il primogenito avea nome Peranio. Arrivati su’ confini della Lazica vi rimasero come in luogo sicuro, molto sperando nella posizion loro, e nella malagevolezza de’ passi, addivenuti in effetto barriera inespugnabile all’armata persiana. Da quivi procedettero di poi a Bizanzio insiememente con Pietro richiamato dall’imperatore, il quale udendo che i Lazj ricusavano difendere le proprie frontiere, vi spedì truppe sotto gli ordini d’Ireneo. Oltrepassati i limiti dell’Iberia ergonsi nella Lazica due forti1, la cui difesa

  1. Scanda e Sarapani.