Pagina:Opere di Raimondo Montecuccoli (1821).djvu/133

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dell’avversario, e prima che egli s’accorga dello stratagemma, e si risolva al rimedio, verrà il tuo forte a combattere contro il suo debole, nel tempo che il suo forte se ne sta ozioso, e infuria a vôto; e se quivi si riscontrasse a sorte qualche villaggio, avrassegli a metter fuoco, acciocchè l’inimico non possa attaccar la tua ala manca, nè avvedersi di quello che si fa.

Se con ambedue le ale si vuol cingere l’inimico, vale il presentarsi in linea retta per ingannarlo, e intanto procedere pian piano colla parte del mezzo, ed avanzar con le punte, facendo come un seno di luna falcata, nel qual modo il Banner, generale svedese, circondò le truppe imperiali a Melnick in Boemia1 l’anno 1639; ovvero si può lasciar vôto il mezzo della battaglia, e dividere tutto l’esercito in due ale; ovvero si può lasciare la prima fronte nel suo intero, mentre la seconda, bipartita, si spinge innanzi sui corni della prima, e distende d’altrettanta lunghezza la linea. Riuscirà meglio questo tratto in tempo di nebbia, o di polvere, o di fumo, ed ogni volta che l’inimico non possa accorgersi di questo movimento; onde per meglio deluderlo si può stendere nel mezzo una fila di cavalleria, che non lasci riconoscere il vacuo che vi si lascia.

Per faticare il forte dell’inimico col tuo più

lo invasero se non dopo molti assalti, Ved. Guibert, Éloge du Roi de Prusse, e il mémorial du depot de la guerre, ove si legge una descrizione esattissima di questa battaglia. F.

  1. Piccola città sopra un monte, discosta due leghe da Praga. Il Banner imitò l’ordine di battaglia d’Annibale a Canne. TURPIN DE CRISSE.