Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo I.djvu/181

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storale dell’Aminta adoperò felicissimamente. Il concetto che aveva dell’epico stile, fu sì raffinato, che, mentre egli risguardava Dante «siccome il maggior poeta d’Italia» sovente asserì «che se non avesse postergato la dignità e la eleganza, sarebbe stato il primo del mondo». Dante, non v’ha dubbio, diede anche talvolta commiato al decoro e alla perspicuità; ma sempre per crescere fedeltà alle dipinture o profondità ai concetti. Egli dice a se:

     Parla, e sii breve et arguto.


Dice al suo lettore:

     Or ti riman, lettor, sopra il tuo banco,
     Dietro pensando a ciò che si preliba,
     S’esser vuoi lieto assai prima che stanco,
     Messo t’ho innanzi; ormai per te ti ciba.


    to scimmia di Dante e del Petrarca; e invece della Gerusalemme, novello Frezzi, ci avrebbe regalalo un Quadriregio, a grande spavento de’ fanciulli, e invece delle sublimi sue liriche, e dell’Aminta, delizia delle anime tenere, novello Bembo, ci avrebbe presentati di quelle tali rime, ch’io volentieri chiamerei di fatua e pedantesca memoria, se già l’obblio non ci avesse posto su un pietrone sepolcrale. I grandi ingegni meditino pure i classici, ma dipingano secondo il proprio concetto, e significhino come detta il cuore.