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capitolo secondo 113

non vi lascia nemmeno scoprire nulla ne’ lenti sforzi della giustizia per introdursi in qualche angolo, delle cose umane, nulla ne’ ritrovati ingegnosi delle passioni per servirsi contro altre passioni del sentimento della giustizia. Vi dà gli effetti più meravigliosi, senza nemmeno accennarvi i mezzi: vi asserisce la pace fatta tra lo spogliatore e lo spogliato, tra il violento e il sottomesso, tra il lupo e l’agnello, senza neppur parlarvi delle trattative che poterono condurre a concluderla; vi rappresenta una certa quale equità stabilita tutt’a un tratto, una certa giustizia venuta alla luce in un parto senza dolori: e questo in un’epoca, in cui la forza tutta da una parte, e la debolezza tutta dall’altra rendevano l’ingiustizia la cosa più facile e più naturale. La distinzione de’ conquistatori e de’ conquistati è un filo che, non solo conduce l’osservatore per gli andirivieni dell’istituzioni del medio evo, ma serve anche a legar qnest’epoca con altre, delle più caratteristiche della storia, e che paiono le più differenti. Chi stia attaccato a quel fatto, per dir così, maestro, l’indicazioni più leggiere, le tradizioni più succinte de’ secoli anteriori all’invasione, giovano qualche volta a rischiarare la storia de’ tempi barbarici e vicendevolmente questa storia diventa una spiegazione nell’antichità. Non basta: usanze e istituzioni, non più vigorose, ma ancora viventi in tutta Europa, e per sè oscurissime, acquistan luce, se ne vede subito il perchè e l’origine, quando s’attaccano a questo fatto: la formola che lo nega, tronca tutti questi legami di storia e di filosofia.

Questa formola finalmente è stata cagione agli storici, anche i meno creduli, d’affermare e di propagare opinioni le più mancanti di fondamento; e nello stesso tempo ha fatto loro trovar degl’inciampi in que’ luoghi della storia, dove la strada sarebbe più piana. Cito un esempio di ciascheduno di questi due effetti; e li prendo, a preferenza, dall’opere del Muratori, e per la sua autorità, e perchè è cosa meno dispiacevole il ribatter l’opinioni di quegli scrittori, de’ quali nel confutarli, si può parlare con un gran rispetto. «Laddove nei primi tempi di questo nuovo regno essi Romani, per attestato di Paolo Diacono, dovevano tertiam partem suarum frugum Langobardis persolvere 1, nel progresso de’ tempi tolta fu questa diversità di trattamento, e divenuti Romani e Longobardi un popolo solo, la stessa misura di tributi fu imposta ad ognuno 2.». Così, un fatto di tanta importanza, un fatto, non so se più difficile a venir col tempo, o a stabilirsi alla prima, un fatto che a’ tempi stessi del Muratori era ben lontano dall’essere universale in Europa, l’uguaglianza dell’imposizioni per tutti gli abitatori d’un paese, è qui da lui affermato come un fatto del settimo o dell’ottavo secolo; affermato, contro l’uso di quell’accurato scrittore, senza documenti, e solo come una conseguenza di quell’unità, ugualmente supposta 3.

  1. Pagare ai Longobardi la terza parte della loro raccolta. Paolo Diacono lib. 2, e 32.
  2. Antich. It., dissert. 21.
  3. Un altro scrittore, citato da noi più volte, congetturò che d’un tal fatto si potesse trovare una testimonianza in quelle parole di Paolo Diacono: Populi tamen aggravati per Langobardos hospites partiuntur (Lib. 3, cap. 16). «Varie interpretazioni, dice, sono state dagli eruditi proposte su questo oscuro passo: a me sia lecito azzardarne una nuova. La ripartigione qui accennata dallo storico, riguardar non dovrebbe, a mio avviso, le persone, ma gli aggravi delle medesime, così che da quel punto in avanti avessero questi ad essere ripartiti indifferentemente e sugl’Italiani e su i Longobardi, i quali cominciavano già ad essere come nazionali della stessa patria, e ciò secondo i principi dell’equità e della giustizia distributiva che, regnando Autari, con altre virtù allignato avevano felicemente in tutti i sudditi; onde sembrava quasi risorta l’età d’oro. Così almeno ce la rappresenta il Varnefridi.» (Antich. longobardico-milanesi, diss. I,§ 66). Ma il Muratori, non si può supporre che si fondasse qui su quel passo, poichè altrove l’interpreta in tutt’altro senso. «Pare che accenni che ai popoli italiani fu addossato il peso di mantenere i soldati longobardi, e però li comparti-