Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/147

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più era indifferente che Don Giovanni rimanesse libero o finisse come Ugo Bassi, ma qualunque incertezza da parte del Pontefice, allora sostenuto da tutte le nazioni europee, sarebbe sembrata una confessione di torto.

Le fucilazioni di Ugo Bassi e di Ciceruacchio eseguite dai tedeschi potevano ipocritamente spiegarsi come ultimi fatti di guerra dolorosi, ma impossibili a impedirsi dal Pontefice nel trambusto di un ritorno angustiato da troppe occupazioni straniere. Se la sua regia autorità ne restava compromessa, il suo carattere di alleato all'Austria attenuava l'impressione di un'ingiuria solamente formale.

Con Don Giovanni non era così.

Egli non aveva predicato, non prese le armi, giacchè l'impresa delle Balze era passata inosservata, non capitanato insurrezioni di piazza, non scritto, non affermato eresie. La sua condotta era esemplare, la sua opera patriottica da tutti conosciuta ed apprezzata. Non un grido era sfuggito alla sua coscienza di cattolico contro il Pontefice come capo supremo della Chiesa, ma non una preghiera era salita dalle sue labbra per il Papa re di Roma. Non si ostentava, non si nascondeva. Tutto il suo passato parlava per lui, i suoi sentimenti rivelavano le sue idee, le sue parole erano calme come la sua coscienza, limpide come la sua vita.