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sforzo raccolse il proprio cappello bianco a larga tesa, e si avanzò d’un passo.

Temeva quasi di non poter parlare: Tatiana lo guardava intontita, come interrogandolo sul perchè di quell’assassinio con tale tragica incoscienza che Loris indietreggiò.

Perchè aveva egli fatto così?

Allora Loris, che non voleva perdere dopo la vittoria, trovò nella perfidia della propria vanità una suprema ingiuria:

— Ora, principessa, vi sfido a denunziarmi.

Ed uscì.

IV.

Loris era all’università di Kazan, l’antica capitale mussulmana, quando il 13 marzo 1881 Alessandro II soccombette al grande attentato diretto da Sofia Perowskaia. L’impressione ne fu immensa per tutto l’impero; all’università gli studenti radicali ne delirarono. I nomi di Sofia Perowskaia, di Jeliabof, Kibalchich e Rissakof s’involavano dalle loro labbra fra gli inni più ardenti. La grossa borghesia rimase atterrita, il popolo minuto compianse lo Czar, i mugiks invece lo credettero assassinato dai signori per tema di una seconda ripartizione di terre, e sarebbero insorti massacrando tutta la classe intelligente ad