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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/246

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Loris lo trasse di nuovo in disparte.

— Avete fatto male; nessuno dei vostri servi deve seguirmi. Sarà già troppo che mi abbiano conosciuto qui per dieci giorni, se dovranno essere interrogati. Lo credete probabile?

— Quanto voi.

Loris avvampava di collera davanti a quella freddezza impenetrabile, dietro la quale indovinava un proposito geloso. Ma bisognava compiere correttamente la ritirata per non mutarla in fuga; quindi cangiando tono gli chiese:

— Dove mi scriverete?

— Voi stesso ora non sapreste indicarmelo: vi fermerete dove potrete, assumendo il nome e la fisonomia che meglio vi converrà; poi mi scriverete. Alterate la calligrafia, e non firmate nemmeno coll’ultimo nome.

— È giusto, mormorò Loris accorgendosi di essere battuto.

— Farete anche benissimo disfacendovi dei cavalli e della droiska a una delle prime tappe.

— Voi pensate a tutto.

— A tutto, ribattè il principe con strana inflessione di voce, anche a quello, cui non si vorrebbe pensare.

Era impossibile resistere. Loris si volse a Tatiana domandandole con un inchino il permesso di andare nella propria camera a mettersi la pelliccia, per ritornare a salutarla. I due coniugi rimasero soli. A Loris sembrava di agire sotto l’im-