Pagina:Oriani - Vortice, Bari, Laterza, 1917.djvu/139

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drai quanto popolo vi andrà, — ribattè l’altro, che intanto aveva preso il Secolo per leggere le notizie dei teatri.

Fortunatamente nessuno di loro si sentiva in vena quella sera, poi vi era troppa gente nel caffè, e Montalti davanti alla brutalità di quelle sbornie, che stavano già per scoppiare, non osava i soliti sproloquii. La voce fessa e la sillabazione troppo staccata e monotona, colla quale declamava, gli avrebbero attirato dal pubblico qualche villana interruzione.

Si misero a parlare di donne: anche Cavina quella sera era stato in casa della Marietta.

— La ragazza era bella? — chiese Montalti con un luccicore di gatto negli occhi.

— C’è ancora, parte col diretto di un’ora dopo mezzanotte.

Romani si voltò: — E dove va quel treno?

— Bella! a Bologna.

Rimase perplesso:

— Ci sono altri treni?

— Prima di giorno? Quello che da Bologna ritorna per Ancona alle tre, e l’altro che arriva da Ancona verso le quattro e mezzo, perchè rimane ancora impedita la linea di Porretta.

— Ah!

— Deve partire, signor Romani? — gli si volse il padrone.

— Sì, — e la voce gli si era fatta quasi dolce.

— Dove vai? — domandò Cavina.

— Non lo so.

— Un mistero dunque?

— Grande.

Tutti sorrisero.