Pagina:Oriani - Vortice, Bari, Laterza, 1917.djvu/154

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bile, invisibile sul filo, o una oscillazione, che questo, mosso dall’aria della notte, imprimeva al palo? La sua attenzione rimase per qualche tempo divisa fra il brontolio interno del palo e il luccicore saltellante della lanterna già molto lontana.

— Ritornerà dal mio lato?

Lo credette istantaneamente, quindi svegliandosi come da un sogno, che quel ritorno avesse già rotto, si disse:

— Me ne vado.

Nuovamente tutto dipendeva da questo caso. Un’angoscia di speranza lo soffocò, accorgendosi della vivezza dei raggi che la lanterna retrocedeva; sarebbe bastato che un suo bagliore traversasse la strada e gli battesse sul viso ad impedire la disgrazia, per la quale appunto si ordinavano le ronde.

La lanterna si avvicinava sempre.

Allora tornò a tremare di essere scoperto, ma, per una reazione quasi di collera contro sè medesimo, si mise di sbieco, perchè lo spessore del palo lo nascondesse meglio.

Voltandosi, laggiù, vide una luce.

Era il treno, ma non era ancora che una fiammella misteriosa nella notte.

Pareva immobile, tutto rimaneva immoto intorno, il guardiano era scomparso dentro il casello: nel silenzio tranquillo dell’aria non un soffio, il fiume taceva.

Un brivido del palo gli passò per tutto il corpo facendolo tremare a verga a verga, mentre, laggiù,