Pagina:Oriani - Vortice, Bari, Laterza, 1917.djvu/51

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Nessuno la trovava molto simpatica, benchè tratto tratto sulla scena scattasse in gesti di una comicità lubrica ed assieme ingenua. Egli invece era rimasto impressionato vivamente dal modo appunto nel quale si era lasciata prendere un bacio nel Boccaccio, costringendo la platea a gettare un urlo animale.

— Posso venirvi a trovare domani? — egli le aveva susurrato all’orecchio nell’offrirle il paltoncino, mentre la comitiva già in piedi stava per uscire dalla sala.

La ragazza lo aveva guardato enigmaticamente. Egli era andato, ma indarno; Camilla era fuori di casa. La sera aspettò al cancello dell’Arena per accompagnarla, ma la vide uscire con altre amiche ed alcuni giovanotti. Allora si mise a seguirla; la compagnia andava all’albergo del Falcone, Camilla invece si fermò alla propria porta. Egli affrettò il passo sfiancando al primo vicolo, lasciò passare il gruppo e tornò indietro: le finestre erano socchiuse.

Passeggiò, tossì, zufolò inutilmente per mezz’ora. Passava sempre gente; improvvisamente la porta si aperse, e Camilla uscì senza guardarsi attorno.

Egli la raggiunse.

— Ah! siete voi.

— Ero venuto oggi.

— Non ero in casa.

— Dove andate?

— A cena.

— Sola?

— Sola.

— Non mi volete?

— No.

— Perchè?