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e non pensare a me,
chè il mondo è abbastanza largo
per un uccello e un fiore.

(Trad. di Ramiro Ortiz).


II.

STELLINA


Tu che sei perduta nella nera eternità,
stella dolce e diletta dell’anima mia,
che una volta splendevi così viva,
quando eravamo al mondo tu sola ed io;

o blanda, commovente, misteriosa luce,
in eterno ti cerca il mio rimpianto,
e spesso a te, quando la notte è più serena,
sui pianori dell’eternità s’innalza con lungo volo.

Passarono anni di lacrime e molti ne passeranno ancora
dall’ora di sventura in cui ti perdetti
e il mio dolor non si calma anzi divien profondo
come la nera eternità, senza speranza di fine.

· · · · · · · · · · ·

(Trad. di Ramiro Ortiz).


III.

L’INVERNO


Dall’etere il crudo inverno staccia nuvole di neve,
lunghi mucchi accavallantisi sul cielo l’uno sull’altro,
fiocchi bianchi volano come uno sciame di farfalle,
spargendo fiori di ghiaccio sulle spalle bianche della terra.

Nevica di giorno, nevica di notte, la mattina nevica ancora!
di un’armatura d’argento si veste tutta la terra;
il sole, rotondo e pallido, s’intrawede tra le nuvole
come un sogno di gioventù tra gli anni passeggeri.

Tutto è bianco nella pianura, sui colli, intorno a noi, lontano.
I pioppi si perdono all’orizzonte come fantasmi bianchi
e, sulla deserta distesa dei campi, senza traccia, senza strada,
si scorgono i villaggi perduti sotto la bianca spuma (1) del fumo.

  1. L’immagine può, a prima vista, sembrare strana, ma a considerarla
    è bella. Era facile sostituirla con altra come per es. nuvola, ma avremmo tolto ogni originalità alla visione del poeta. La poesia consiste in gran parte in immagini, e perciò le immagini dei poeti van conservate, anche se possan sembrare ardite. I poeti veggon diversamente — e meglio — dal volgo dei comuni mortali e ridurre l’originalità della loro visione a quella comune equivale a sopprimere la poesia.