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Arme Israilite. — Praștia svâcnește
Piatra năpădește — cât este de rece
Ca trăsnet petrece — dar maĭ iute sboară
Sabia omoară— când o mânuește
Cel ce biruește. — Pajărea cea mare
A domnuluĭ prea tare — pe globu se ’ntinde
Pămîntul coprinde — stinge, prăpădește
Pe ceĭ ce orbește — la Zeĭ sa ’nchinară,
Ce eĭ înălțară. — P’acest viteaz foarte
Urmez de departe.
Filisteul isgonesc,
Îl sosesc, îl răspândesc,
Îl dobor mort la pământ;
Dovedesc că ’n câmpul nostru
Numai două săbiĭ sunt.


La scena di geloso furore che tien dietro a queste parole un po’ arrischiate di David, è ridata assai bene nella traduzione rumena, tanto che leggendola ho sentito invadermi dal medesimo brivido di commozione, che ho sempre provato quando l’ho letta nel testo. Forse, confrontando parola per parola, e frase per frase i versi rumeni con quelli italiani, si finirà pure col trovar parole ed espressioni che non rendono abbastanza felicemente le bellezze del testo alfieriano; ma è chiaro che, seguendo un tal metodo, non c’è traduzione che non offra il fianco alle critiche più acerbe, mentre un tal genere di lavori va giudicato piuttosto dal punto di vista dell’impressione complessiva, che non da quello della perfetta coincidenza dei particolari. Del resto, la traduzione di Aristia parve addirittura un miracolo a qualcuno, che di lingua, letteratura e versificazione rumena s’intendeva pure un pochino: voglio dire a Costache Negruzzi, uno cioè dei fondatori della prosa rumena, poeta non disprezzabile, conoscitore di teatro, autore drammatico egli stesso, ed in grado perciò di poter apprezzare meglio di ogni altro il coraggioso tentativo del traduttore del Saul. Troviamo infatti nel n. 12 della Gazeta teatrului național dell’anno 1836, due lettere del Negruzzi piene della più entusiastica ammirazione per l’opera condotta a termine da Aristia.

Riproduciamo per intero la prima di queste lettere, nella quale il Negruzzi si mostra, fra l’altro, abbastanza informato della lingua e della letteratura italiana, che del resto intorno a quell’epoca Heliade aveva messo di moda in Rumania: