Pagina:Osio - La spedizione inglese in Abissinia, Firenze, Civelli, 1869.pdf/55

Da Wikisource.

di essi portavano inscrizioni amariche nitidissime: il meglio fuso era il mortaio da 13 pollici.

Quattro dei cannoni erano pezzi d’artiglieria turca di campagna: due erano inglesi, gettati a Cassipore presso Calcutta, e regalati già al re di Scioha da Harris: due erano francesi di vecchia data.

Tutti erano in buono stato di servizio, eccetto uno dei tre più grossi che era scoppiato a Falla, nell’azione del 10 aprile. Le scatole di mitraglia contenevano palle e segatura di ferro, cementata insieme con sterco bovino: furono trovate fucine inglesi di diverse sorta.

15 aprile. — Quando il giorno 15 io mi recai a Magdalà, i pezzi erano ancora dov’erano stati trovati; ma un ufficiale d’artiglieria con alcuni pochi soldati procedeva, appunto allora, a far scoppiare le canne e ad abbruciare gli affusti.

La strada dal campo inglese a Magdalà era ancora coperta da cadaveri di muli e cavalli; e quel giorno ancora alcuni soldati inglesi erano occupati nel primo campo di re Teodoro sotto l’altura di Salassie ed abbruciare i cadaveri delle vittime del 10.

Un orribile puzzo mi colpì ad un tratto nella pianura di Islamghi: avvicinatomi all’orlo del precipizio dalla parte occidentale della pianura, un orribile spettacolo mi si offrì allo sguardo: erano cadaveri ignudi con mani e piedi legati da catene in un gruppo solo che giacevano a mucchi ai piedi di quelle roccie: quegli sgraziati, un 300 circa tra uomini e donne, e per la maggior parte Gallas fatti prigionieri in guerra, avevano fornito l’ultimo tema al feroce genio inventivo di re Teodoro; il quale, appunto una settimana prima, li aveva fatti condurre presso al precipizio, e fattili legare a quel modo, s’era divertito a scannarli di propria mano e poi farli ruzzolare giù per quelle roccie.

A Magdalà era dappertutto un grande affaccendarsi dei