gonzalo.
Sta ben, ma pensa
Chi tieni a bordo, o marinar.
nostromo.
Nessuno
Che più caro mi sia della mia pelle.
Ma voi non siete un Consiglier? Su dunque,
Comandate al terribile elemento
Che s’appiani e si plachi, ed una fune
Noi più non toccheremo. Or via, spiegate
La vostra autorità! Ma se vi manca
Questo poter, levate a Dio le mani
Che tanta vita vi concesse, e chiuso
Nella vostra cabina, all’ultim’ora,
Che colpir vi potrebbe in tal momento,
Vi disponete.
(Ai Marinai.)
Ardir, miei figli!
(Agli altri.)
E voi,
Toglieteci l’impaccio.
(Parte.)
gonzalo.
Un gran conforto
Costui mi dà. Che debba un ceffo tale
Affogar nol presumo. Ei m’ha di troppo
Cera da forca. O cara amica sorte,
Fa’ che penzoli al vento, e sia la nostra
Gòmena di salvezza il laccio suo.
Che giovino le nostre omai dispero.