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ATTO TERZO




SCENA I

Di contro alla grotta di Prospero.


                     ferdinando.
        (porta sul dorso un tronco d’albero).
Vi son diporti faticosi e care
Fatiche, abbiette cure, a cui sopporci
Possiam con nostro onore; e raro il caso
Non è che ad alto fin la più vulgare
Di lor ne guidi. Se colei ch’io servo,
L’alito della vita a quanto è morto
Non infondesse, intollerabil cosa
Questo ignobile officio a me saria.
Ma dieci volte amabile è la figlia
Più che villano il padre suo, non d’altro
Che di fele pasciuto. Il suo comando
Crudel vuol che nel bosco un buon migliajo
Di tai ceppi io raccolga e li accatasti.
Quando al duro lavor quella soave
Creatura mi vede, umidi ha gli occhi,
E sospira così: «Non fu commessa