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da corrientes alla frontiera 35

dersi. Ciò non accade nel chicciua e nell’araucano, che, per ciò e per la semplicità della coniugazione dei verbi, mi sembrano lingue relativamente facili. (Il chicciua si parlava e si parla nel Perù, in Bolivia e in parte della Repubblica Argentina; lo araucano nel Chili e in parte della Pampa e della Patagonia argentine; il guarany nella provincia argentina di Corrientes, in alcune del Brasile e nel Paraguay).

«Fa notare che Toba non è parola datasela dagli stessi indiani Toba, in quantochè i Mattacchi li chiamano Uanc-loi, probabilmente plurale di Uanc-lòc struzzo; nome appropriato per essere alti, svelti e che si orientano mirabilmente, mentre i Mattacchi sono piccoli relativamente ai Toba, e tozzi; i Mocoviti che posseggono nel loro linguaggio molto del Toba, li chiamano Ntocuit; i Villela e Ciulupi li chiamano Huanicané ed anche Notocóit. Ora cotesti Indiani confinano i Toba dalle altre parti.

«Inoltre osserva come è noto che i nomi ai popoli il più delle volte li danno i vicini. Per esempio: i cafri e i seres (chinesi) non hanno nemmeno la r che entra nella parola con cui i loro vicini li distinguono, e i Mohawki la m. Normanni che vuol dire uomini Nord, e Austria, che vuol dire paese australe, son pure nomi di relazione attribuiti dai vicini. Così pure Toba sarà stato dato dai vicini Guarany, che li avevano in faccia; e tal parola ebbe la fortuna (anche le parole hanno la loro fortuna) di essere stata raccolta dagli Spagnuoli e fissata.»