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GIACOMINUS GIACOMINI.
Quella volta la mamma, per quanto pietosa, non potè nascondere il grave fallo di Giacomino: il babbo venne, seppe, e quella sera grandinò.
Una grandine alla vigilia di Natale?
Sì, una grandine di busse, ma non sui campi: bensì sulla persona di Giacomo Giommi, ovvero Giacominus Giacomini, come lo chiamavano beffardamente i compagni di scuola, figlio legittimo ed unico del signor cav. Antonio e della signora Palmira, scolaro ginnasiale scioperatissimo.
La signora Palmira conosceva del non egregio suo Giacomino tutte le prodezze: dalla vendita della grammatica latina per acquistare il diritto di copiare i problemi, alle lezioni marinate con superba disinvoltura; sapeva perchè diminuiva lo zucchero ed aumentava in modo anormale la lista del calzolaio e del sarto. Il padre, cav. Antonio, ignorava tutte queste cose: prima perchè nessuno gli diceva niente, secondo perchè dalle sette del mattino — ora in cui si levava — a mezzanotte e anche all’una talvolta — ora in cui rincasava non compariva nel domestico foco-