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di Alfredo Panzini 147


soprassalto, pensando: «Che cosa farà adesso quell’onesto impiegato che vigila? Là solo, nella notte, quale sarà il suo volto? Sorridente come ieri, di giorno? O sarà cupo per effetto di un criminoso pensiero?» Non vi agitate!

Nella scàtola cranica dell’onesto impiegato, possono bensì passare pensieri rei. Ma sono nubi, ombre di idee! E, del resto, non passano anche per la vostra scàtola cranica?

Niente paura! Voltatevi dall’altra parte del letto e dormite!

«E se intanto vengono i ladri?»

«Ma non sapete come sono fatte le pareti?... Impenetràbili! Esiste poi anche un corridoio misterioso, il quale gira all’intorno. Ad un mìnimo sospetto, campanelli di allarme squillano: guardie con la rivoltella in pugno si precipitano. Dormite!»

«Mio Dio! I ladri, gli spaventosi ladri! Dove ho letto io di una prodigiosa piccola fiamma, posseduta dai ladri, la quale fonde come cera i più temprati metalli?»

«La fiamma ossìdrica, voi volete dire?»

«Ah sì, la terribile fiamma ossìdrica! E poi, dove ho letto io che esiste un altro arnese del pari terribile, posseduto dai ladri: la sega circolare? Un piccolo istrumento diabòlico che taglia tutto...»

«L’avrete letto nella deplorevole letteratura