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186 Diario sentimentale


Egli fa godere a tutti il suo godimento. Tutti i doni a lui gli Dei hanno largito.

Si parlò anche della guerra. Disse tristemente l’amico: — La guerra deve essere una cosa enormemente seria per il fatto che si muore. Ma per il resto! Una sofferenza immane delle masse, polarizzate nella volontà di alcuni che sono fuori della guerra. I giovani sognano ancora la guerra classica, eroica! È la guerra anonima, tedesca, senza nemmeno il bel gesto.

— I soldati parlano, sanno della guerra?

— Ma no, niente! Non parlano della guerra. In fondo ciò è bene.

Si parlò della poesia pura secondo le nuove teorie: «La poesia deve essere libera da riferimenti ad ogni altro valore: senza contenuto dottrinale, puro atto, attimo creativo». Oh, la grande novità dell’uovo di Colombo! Atto creativo, d’accordo, ma scrivere in modo da farsi capire. Ma tenni queste cose per me. Vero, amico Rebora?

***

Abbiamo fatto colazione sotto una tettoia, senza tovaglia. Polenta sorda, uova, vino acidetto. Non c’era altro. Ma intorno a noi occhi di bimbi attòniti a guardarci, gran verde attònito. Dove beve poi l’uomo la sua ferocia?