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18 Diario sentimentale

ascoltarlo e dargli ragione. Nella sua città di Romagna lo chiamano, semplicemente, Renato. Ama di vivere col popolo, ma non beve il gran vino del popolo, perchè egli è bevitore d’acqua. Adora nostalgicamente la Romagna e il suo popolo, benchè il popolo non sospetti affatto chi sia Renato.

Veniva spesso a sorprendermi, sfolgorando su la bicicletta lucida, con quel suo sano affettuoso sorriso, sotto il gran sole. Eravamo così lontani dalla guerra che si faceva la psicologia dei fatti del giugno, specialmente in Romagna. Era stata allora chiamata sotto le armi una classe, e pareva imminente un nuovo sciopero dei ferrovieri.

— Mussolini1 — diceva Serra — è un romagnolo di schietto temperamento rivoluzionario, un sincero. Potrà spiacere, in segreto, anche a qualcuno, de i suoi; ma ha il mèrito di avere dissipato un equivoco in cui ci cullavamo. Esiste realmente in Italia uno stato d’animo rivoluzionario.

A Renato la cosa, forse a cagione della giovane età, non dispiaceva. A me quella gran confusione seccava innanzi tutto.

Si stava così bene lì, in riva al mare!

— In tale caso — dicevo io — la pace goduta fino ad ora è stata comperata dall’on. Giolitti.

  1. Questo giudizio del povero Serra è interessante. Chi avrebbe allora pensato che Benito Mussolini sarebbe diventato presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia? E quale presidente!