Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/376

Da Wikisource.

della guerra» ha fatto rìdere molta gente. Che e’è da ridere?

Penso alla madre del giovane morto. MeloniEgli non amava molto sua madre.

«Che cosa pensa, professore? — ella mi domandava. — Già a me non lo può dire quello che pensa. Chi sa quali cose...»

Ma io pensavo a lei, e anche alla sua salsa di pomidoro. Ella aveva comperato i pomidori, e ne aveva fatto venti fiaschi di salsa fresca.

«Sempre fresca! — diceva — par di mangiare i pomidori freschi Una bontà!»

I fiaschi tutti puliti su le assi; fuori il bucato, fatto da lei, steso sui fili di ferro che circondano il giardino, il giardino coi tamarischi, le petùnie, gli astri, i gerani, su cui passàvanoi brividi di frescura marina, alla sera.

«A letto, a letto, galline!» ella diceva alle sue galline.

Oh, sèdula, o meravigliosa, o tutta linda!

«La cena è pronta. E non viene, quel figliuolo! E io mi metto a frìggere.»

Friggeva la crema e i bignè con le mele.

«E non viene!»

E guardava là verso il mare.

Ah, ecco! L’àbito bianco di lui s’intrawedeva nelle tenebre.