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di Alfredo Panzini 75

Ludvrig Frank, morto nella guerra. Deputato, giovane, avvocato di grido: odiava le teorie vacue. Era figlio di popolo. Morto con una palla alla tempia, in Lorena, all’avanguardia. I giornali riportano di lui alcune espressioni ben commoventi.

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Il Corriere della Sera di oggi reca: «I socialisti si riunirono ier sera al Teatro del Popolo per accordarsi sull’atteggiamento da tenere nell’attuale momento politico».

Hanno parlato autorevoli oratori: ma si è fatta mezzanotte. Il resto a domani. Follia guerresca, neutralità ad ogni costo, guerra borghese, proletariato che non ha patria, patria di lor signori, proteste contro la guerra, guerra santa del proletariato, ecc. Il resto a domani — Queste frasi mi fanno l’effetto di visioni di sogno, che cozzano sorprese dal terribile risveglio della realtà. Non si è fatta mezzanotte. È l’alba! Ludovico Frank! Germania! Germania! Ammaestratrice tremenda della crudele realtà che governa il mondo! Che peccato che il dio Thor ti abbia preso la mano!

Ve però nel discorso di Mussolini, uno degli oratori, un pensiero: la preoccupazione per l’Italia! Egli parlò anche di autocandidatura dell’Italia a grande nazione.