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84 | Diario sentimentale |
— Italiano sì, ma italiano austriaco.
— Lei non è, allora, nemmeno monarchico...
— Il re vada là — accennava i monti — in val di Moriana. È il suo posto quello li?
— Quale?
— Quello dove l’ha messo la carbonieria, la mazzinianeria, la massoneria, e compagnia bella: Roma! Roma deve essere del papa. E il Lombardo-Veneto all’Austria! Francesco Ferdinando l’ha detto quando inaugurò il monumento a Radetzky: «Ritorneremo!» E l’avrebbe fatto!
— Così che lei ha sofferto molto per la morte di Francesco Ferdinando...
— Ho esposto per tre giorni la bandiera a lutto. Era la sua guerra, questa...
Ho domandato da chi avesse preso simili idee.
— Da me, dalla storia, pensando.
Ha vagheggiato tanti progetti per operare: frate domenicano, aviatore bombardiere, ussero della morte. — Ma adesso bisogna ubbidire alla mamma. Poveretta, è sola.
Stetti un poco in silenzio e domandai in fine: — Lei che è religioso, non trova un contrasto fra Cristo e questi progetti bellicosi?
Alzò le spalle; borbottò: — Papa, Cristo, re, imperatore formano tutta una baracca! E poi chi ha più forza, l’adopera. I socialisti non fanno così anche loro?