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Cag — 70 — Cal

Universale e riporta la scrittura meno comune cagnaia.

Cagnìna: nome di vino romagnolo alquanto aspretto: estingue benissimo la sete. Nel circondario di Cesena, dalla Cagnina si ottiene un vino morbido, dolce, intensamente colorito, spesso spumante, ed è di pronta beva. Vino di uso locale. La voce dialettale del vitigno e del vino è canëna.

Cagnòni: V. Riso in...

Cagnotto: termine volgare e spregiativo (da cane) per indicare i seguaci prepotenti, faziosi, di qualche capo.

Ca’ grande o casa grande: perifrasi dialettale milanese, l’ospedale.

Caicco o caiccio: così è chiamato, su le rive dell’Adriatico specialmente, quel greve palischermo o barchetta che si tiene a bordo dei velieri, per salvataggio e per trasporto. Dal turco kàik.

Ça ira: fr. ciò andrà, cioè avrà effetto: parole con cui comincia il ritornello d’una canzone popolare che precedette di poco la Carmagnola e la Marsigliese, e come queste ultime potentemente influì su gli animi al tempo della Rivoluzione. Il Carducci intitolò Ça ira i suoi mirabili sonetti che sintetizzano la Rivoluzione francese.

Cala: seno di mare entro terra con buon fondo dove possono riparare sicuramente le navi. Taluni chiamano cala anche il fondo della stiva.

Calandra: per noi è un vezzoso uccellino simile alla lodola. Ma in francese calandre vuol indicare altresì la macchina usata per ispianare e lustrare i tessuti. Calandre sembra in tal senso derivare dal greco kìlindros = cilindro. In italiano dicesi màngano.

Calata: nel senso speciale in cui è usata in Genova, cioè per indicare la banchina di carico e scarico delle navi, questa parola non è nei dizionari. (Cfr. Dock). La registra però il Guglielmotti, op. cit.

Calce (in): «posto avverbialmente, e riferito a cose stampate e manoscritte, vale a piè di pagina» Crusca.

Calcestruzzo: da calce e structum, latino, che vuol dire costruito. Smalto tenace da costruzione muraria fatto di ghiaia, rena, calce.

Calcificazione: ter. med., che significa, il depositarsi dei carbonati e dei fosfati di calce nei tessuti e negli organi. Es. calcificazione delle cartilagini: dicesi anche infiltrazione o degenerazione calcarea.

Calcinello: term. volg. su le rive occidentali dell’Adriatico, Romagna e Marche, con cui sono più specialmente note le telline; genere di molluschi a conchiglia bivalve e sottile, dal sapore delicato; squisiti per far zuppe ed intingoli» La riva sabbiosa è ricchissima di tali frutti di mare.

Calcio dell’asino: V. Il calcio, etc.

Calcolare: nel senso di stimare, pensare, far conto «è modo nuovo, inutile e preso dal francese» calculer = conjecturer, prévoir. Così il Rigutini, e simile giudizio vale pel nome calcolo. Pure accettando come buona l’osservazione del dotto nostro filologo, è certo che l’estensione francese da calcolo = computo aritmetico, a calcolo = computo ideologico, è felice come la più parte dei traslati di quella geniale lingua. Calculus in latine vuol dir pietruzza che usavasi primamente per computare, indi significò computo. Avverto che i dizionari nostri accolgono il nuovo senso.

Calcolo: lat. calculus, pietruzza: in medicina indica una concrezione pietrosa formata di sali organici o inorganici che nasce e si forma nei serbatoi glandulari o nei canali escretori.

Calcomania: figurine a colori che, bagnate, si staccano dal loro cartoncino e si imprimono dove più piace: delizia degli scolari, e sciupio dei libri.

Calcotipia: incisione in rilievo sul rame. V. Cliché.

Cáleche: così in Milano è chiamata la vettura publica scoperta. Càleche è voce francese, dal polacco Koless, in tedesca Kalesche, fatta italiana in calèsse. Vettura leggiera, a quattro ruote, e mantice.

Caleidoscopio: neol. formato con voci tolte dal greco e significa vista di belle imagini: è una specie di cannocchiale che presenta una quantità infinitamente variabile di figure ornamentali, simmetriche, formate per effetto di riflessione ottica. Il fisico Brewster, scozzese (1781-