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tante miglia all’ora. Il miglio marino è di m. 1851,85.

Noisette: voce francese comunissima nelle espressioni della moda: cappello noisette, giacca noisette, e simili: appartiene al numero delle parole introdotte e usate per semplice vizio: possiamo dire e diciamo infatti nocciola, che è la cosa medesima.

Noli me tangere: non toccarmi! (Vang. di S. Giovanni, cap. XX, 17). Questa locuzione fu usata dagli antichi medici per significare certe ulceri cutanee, cui i diversi topici (medicamenti esterni) non facevano che irritare: trattavasi di epiteliomi o cancroidi. Dicesi anche della Balsamina, genero di piante.

Nomi femminili stranieri: V. Marie.

Nòmina sunt òmina: i nomi sono augurio, sentenza latina che vale per quello che vale, e cui dà forza l’alliterazione. Certo è però che nel nome è alcuna fortuna o significato, tanto è vero che alcuni cui il proprio e naturale nome parve avere umile suono o senso, se lo mutarono.

Nominativamente: fr. nominativement, «dirai nominatamente» (Rigutini). Dirai, ma di solito non si dice.

Nominor quoniam leo: perchè mi chiamo leone. È il diritto per cui il Leone alla giovenca, alla capra, ed all’agnello, compagni nel lavoro della caccia, nega facoltà di partecipale alla preda, ma tutta per sè la si prende. (V. Fedro, favola V). L’emistichio latino è spesso ripetuto per significare il diritto della forza, eterno, fatale, per quanto dalle varie civiltà coonestato talora di belle parvenze.

Non: con le voci negative niente, nulla nessuno sogliono i lombardi specialmente ommettere il non es. io so nulla, vedo niente. La costruzione è logica e conforme al latino nil scio, nil video: ma l’uso toscano, accolto spontaneamente da tutti gli scrittori italiani, vuole che si aggiunga questa negativa pleonastica, non. L’esempio di Dante l’anima semplicetta che sa nulla si può considerare come un latinismo, ma non è sufficiente a giustificare questo non grave idiotismo: il quale, del resto, anche in Lombardia, tende a restringersi alle persone non colte. | «Nello locuzioni dubitative anzichè non è meglio scrivere no.» per es. dimmi se devo venire o no, così i puristi, ma non mi pare che si usi molto, se non da taluno e per affettazione.

Non bene olet, qui semper bene olet: non sempre sa di buono chi è sempre profumato. (Marziale, Epigrammi, II, 12, 4).

Non c’è di cohe: «una frasuccia barbarica galante è questa. Quand’uno ci ringrazia, in vece di dire, rispondendo, secondo le circostanze e le persone: nulla, niente, cosa di poco, non occorre, non serve, non mette conto, ho fatto l’obbligo mio, di che? di che cosa? non occorron cerimonie; ripetono: non c’è di che. E perchè si preferisce dir così? perchè le frasi di casa a molti citrulli san di povero; mentre le franche san più d’aristocratico. Chi si contenta gode.» G. Romanelli, op. cit.).

Non compos sui, o non compos mentis: termine latino per indicare quello stato di turbamento mentale per cui l’uomo non è padrone di sè, delle sue azioni e parole. Termine filosofico insieme e popolare.

Non dolet o Paete, non dolet: stoica parola di Arria, moglie di Cecina Peto, che diè col ferro primo esempio al marito del come darsi la morte che Claudio, imperatore, avea comandata. (V. Plinio il giovane, Epistola, III, 16). Non dolet ha valore di motto.

Non è la via dell’orto: la via dell’orto è breve, facile, nota: onde si dice «non è la via dell’orto» -per indicare viaggio lungo e difficile, negozio che richiede tempo e perizia. Bel modo familiare.

Non erat hic locus: non era quivi il suo posto. Savio giudizio di Orazio (Arte Poetica, 19) detto a proposito dell’opportunità e convenienza in materia di arte.

Non expedit: non è spediente, non è necessario, cioè è proibito. È il divieto che la Curia papale tuttora impone ai credenti di partecipare con voto alla vita politica della Nazione italiana. | Non expedit è formale rituale della Cancelleria apostolica quando dovesi non concedere alcuna cosa richiesta. In questo caso del voto politico, per meglio spiegare, a non