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pidocchi, pulci etc., così uno Stato mal governato abbonda di individui sanguisughe (V. Succhione) o di ceti sociali che si nutrono, imponendosi come necessari.

Paratìa: ter. mar., tramezzo di tavole o di lamiere che divide gli alloggi o la stiva in compartimenti separati: nelle odierne grandi costruzioni di navi di ferro cotesto paratie si fanno stagne, cioè in modo da dividere la nave in tante sezioni sì che se in una avviene una falla, l’acqua non penetra nelle altre, quindi il naviglio non cola a fondo.

Parcella: si dice così alla specifica del procuratore e dell’avvocato. E la nota delle spese o delle competenze od onorari. Si dice anche notula.

Pàrcere subiectis et debellare superbos: Verg., Eneide_(Caro) VI, 853: perdonare ai vinti e debellare chi resiste. Sintesi della romana sapienza politica, che concilia in modo non illogico nè vile il fatale e tristo diritto della forza con l’umana pietà.

Parce sepulto: sono le dolenti, tragiche parole dello spirito di Polidoro ad Enea: Quid miserum, Aenea, laceras? jam parce sepulto (Eneide III, 41): ma le gravi parole, secondo l’indole nostra, sono volte in senso lepido: quasi valgono: il morto giace, il vivo si dà pace.

Parco d’artiglieria: locuzione del linguaggio militare per indicare il luogo occupato dall’artiglieria e tutto ciò che occorre all’aziono ed alla potenza di questa arma. Similmente si dice parco areostatico.

Pardessus o surtout: due voci che si equivalgono nel senso, e noi bene renderemmo con soprabito. Vero è che la voce soprabito non di rado genera confusione giacchè in molti luoghi per soprabito intendono quel capo di vestiario a falde che si sovrapone alla sottoveste o corpetto (gilet), e che nel veneto dicono velada, a Napoli sciassa, a Milano marsina, e i sarti più spesso dicono o dorsay o kraus con altra voce della moda. Ora lo parole pardessus e surtout sono penetrato sin nel dialetto por indicare nettamente quel pastrano, leggero, di mezza stagione con maniche, bavaro, risvolti, una o duo bottoniere secondo la moda, lungo un po’ meno del paletot, che si sovrapone al giacchetto o all’abito a falde. Tanto per intenderci a Firenze e a Napoli lo dicono chemise. Con ispeciale taglio dicesi raglan. Il Fanfani e l’Arlia, op. cit. propongono la parola cappa. Ma converrebbe trovare anche le persone che accettino la parola in questo senso. E non basta: codesto indumento è chiamato da alcuni anche spolverino, con la quale parola più esattamente e comunemente si dovrebbe intendere quella sopraveste leggera che molti portano di state in viaggio e difende dalla polvere. | Il paletot voce tanto comune che il Petrocchi la accoglie sotto la forma paltò, paltòn, paltoncino, è più greve e da inverno, pastrano. Il Cherubini ricorda il paletot nel figurino francese del 10 luglio 1838. Corrier delle dame, e la dice «foggia di vestire allora derisa». In milanese dim. paltorìn.

Parc aux cerfs: spieghiamo in francese: nom d’un ancien quartier de Versailles, batì sur l’emplacement d’un ancien parc aux cerfs.... Louis XV y possedait une petite maison et y a entrenu quelques jeunes filles.

               Veniano i giovinetti e le donzelle
               a inginocchiarsi con l’infamia in man,
               e del suo bruto sangue un volgo imbelle
               murò il parco de’ cervi al re Cristian.

Trovasi usato parc aux cerfs estensivamente.

Pardon: non solo questa parola francese è da antico radicata nell’italiano nel senso di scusa, del verbo scusare, ma spesso si trova usata con valore avversativo, lievemente caustico, di chi si corregge di un errore od ommissione che vuol parere involontaria mentre è ad arte.

Pareri di Perpetua (i) nei Promessi Sposi Perpetua consiglia il suo padrone Don Abbondio, di ricorrere all’autorità del Cardinale Federico Borromeo, come a sommo gerarca e superiore diretto contro la prepotenza di Don Rodrigo. I pareri di Perpetua! esclama poi il povero prete quando il Cardinale gli chiedo conto della sua opera e lo rimprovera perchè non si rivolse a lui. Ondo si dico I pareri di Perpetua per indicare il consiglio più semplice e logico, o troppo semplice.