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Pagina:Panzini - Il bacio di Lesbia.djvu/134

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132 alfredo panzini


in su, si perviene al primo fonte di ogni bellezza, che è il Dio. Questo amore celeste, secondo scrive Platone, non va oltre al bacio; che è il modo per cui le due anime si confondono in un’anima sola; e un santo re dell’Oriente lo conferma quando scrive: «Bàciami coi baci della tua bocca». E questo bacio, in lingua orientale o caldea, si chiama «bacio della morte».

— Ah, possi mori di mala morte, te, Plutone e quella mala femina! —, diceva Terenzia.

Non sempre Cicerone riusciva a dare compimento alle sue spiegazioni.


Per questa gelosia di Terenzia verso Clodia, la vita domestica era diventata intollerabile, ed è peccato che Tirone non ci abbia lasciato un memoriale su la vita intima del suo signore.

Da questo esempio, qui riferito, non si deve credere che Cicerone stimolasse di continuo sua moglie, ma cosi, qualche volta: anzi si era fatto timoroso come stuzzicare una serpe. Era lei, Terenzia, che assaliva lui. Ferito nelle cose pubbliche, assalito nelle cose private, Cicerone era infelice.


Grande era l’amicizia fra Cicerone e Catone.